
Dall’uomo a metà, immaginato da Platone ne “Il simposio” e ripreso dalla geniale penna di Italo Calvino, ne “Il visconte dimezzato”, alla realtà dell’uomo “Sghembo” del Terzo millennio. Abbiamo provato a razionalizzare il mondo raddrizzandolo, quando chi ci vede dal cosmo ride del nostro starsene a gambe in giù, ancorati causa forza gravitazionale alla terra, inclinati e adattati al movimento terrestre, come lancette in balia del “pendolo di Foucault”. L’idea ci può far venire il mal di mare, ma non è tutto. L’uomo, l’unico mammifero ad aver conquistato la posizione eretta, in realtà si distingue per la posizione “sghemba”, specialmente quando scrive. E quando osserva il mondo frenetico che gli sta attorno, lo fa –indovinate un po’- in modo naturalmente “sghembo”. Il nostro campo visivo è, per “inclinazione personale” sghembo, poiché si irradia da un punto focale verso linee che sono naturalmente“sghembe”. A questo punto, visto che tutti siamo stati capaci nell’era postmoderna e globalizzata di inventarci lo “stress”, imprigionandoci tra le sbarre di una gabbia concettuale e siglando la nostra condanna, qualcuno ha pensato di ovviare al problema, lanciandosi alla riconquista di spazi, fisici e mentali, più consoni alle esigenze dell’uomo del Terzo millennio. Marco Mazza, giovane inventore bergamasco, ha dato vita alla sua creatura, figlia dell’ingegno, della fantasia e dell’estro, che si adatta perfettamente, come una bimba che sta in braccio e mano nella mano di papà , al corpo dell’uomo. E’ nata così “Sghemba”, brevetto mondiale, che rivoluziona il mondo dell’editoria e rende più facile e piacevole, con la sua forma ergonomica, con tanto di placet dell’associazione medica e scientifica (certificazioni dell’Università degli Studi di Milano e, oltre Oceano, di importanti Università americane), la scrittura. Che, anche con l’avvento dell’era digitale, continua a rappresentare, assieme alla lettura, la forma principale quotidiana di comunicazione ed espressione umana, per fissare idee, appunti, appuntamenti, consultare, archiviare e apprendere. “Sghemba” con la sua forma trapezoidale, inclinata, obliqua, pendente, sbieca, storta, accompagna in tutto il mondo il corpo umano, che presenta un’infinità di situazioni sghembe. Provando a scrivere col metodo tradizionale- su fogli anonimi, classici e rettangolari o quadrati- noterete che dovrete compiere una serie di movimenti forzati e innaturali, come spostare il gomito, forzare il polso e raddrizzare la vista. Con “Sghemba” si permette al polso di seguire la linea su un arco di cerchio, il gomito non si sposta più ed è come se fosse la punta di un compasso. La forma editoriale “Sghemba” riduce lo stress muscolare e visivo nello scrivere e nel leggere. Ha conquistato, come l’uomo, la posizione eretta e , con la massima naturalezza, sta in piedi su qualsiasi piano d’appoggio, senza costringervi a stare chini sugli appunti, sottoponendo a inevitabili (e inutili, visto che c’è “Sghemba”) sforzi la colonna vertebrale e a dover utilizzare antichi leggii, per altro difficili da trasportare. Portare con sé “Sghemba” è semplice, poiché si adatta perfettamente alla vostra mano e ha una distribuzione equilibrata del proprio peso. Va da sé che un quaderno “Sghemba” non avrà mai anti-estetiche pieghe e “orecchie”a angoli e bordi. E, visto che, come saggezza popolare insegna, “anche l’occhio vuole la sua parte”, il design accattivante di “Sghemba” conquista con la sua forma e soddisfa il naturale desiderio, che guida le scelte di ogni essere umano, di distinguersi. La forma squisitamente atipica e accattivante di “Sghemba” permette di riconoscerla a prima vista sulle scrivanie affollate; un libro, un quaderno, un’agenda “Sghemba” si evidenziano subito negli scaffali polverosi, carichi di libri e quaderni dell’”Ancien Regime Tipographique”, rendendo più facile la consultazione. Un dizionario “Sghembo” si trasporta con agilità, una rivista “Sghemba” permette di apprezzare foto tridimensionali. Se state seduti, la “Sghemba” segue e si adatta al vostro giro vita, se state in piedi, magari dividendovi tra telefono e pc, potrete prendere appunti con comodità e senza piano d’appoggio, senza apparire il mimo, nel vostro distorcervi innaturale (nonché nocivo), di una pianta rampicante.


